Elric è vivo, nel nostro mondo, precisamente nella Germania del 1923, in cui il partito nazista comincia a farsi strada, attanagliato dal senso di colpa e dal dubbio di non essere riuscito a salvare il fratello Al.
Nel frattempo una società segreta, la società di Thule, è intenzionata ad aprire un portale per arrivare nel mondo di Elric, che viene chiamato Shamballa, per appropriarsi dell'arte dell'alchimia e utilizzarla a vantaggio del partito nazista.
Il portale si aprirà, e i due mondi entreranno in contatto, con conseguenze catastrofiche.
Il film, oltre a essere tecnicamente impeccabile, è percorso da sottotrame assolutamente interessanti: prima di tutto, la critica al razzismo (non a caso uno dei comprimari è la zingara Noah, vittima del razzismo ottuso diffuso ovunque; fare vedere questo film nelle scuole, in questo periodo, in questo paese di merda, forse non sarebbe una cattiva idea); poi, come nel manga, la critica alla guerra e al militarismo. A questo si aggiunge anche un altro aspetto, quello del rapporto tra realtà, sogno e finzione. Elric è convinto che il nostro mondo, simile al suo, in cui vivono persone cone gli stessi nomi ma con vite diverse, sia solo un sogno. Una delle persone che aiuta Elric è nientepopodimeno che Fritz Lang (come si fa a non ADORARE un film dove c'è Fritz Lang a cartoni animati???), e Elric lo critica per la sua incapacità di affrontare la realtà e di rifugiarsi nei sogni che costruisce tramite i suoi film. Ma il finale...

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